atlante delle partizioni (2001)
Dinamica territoriale
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Aree ecologiche

La partizione in Aree Ecologiche venne fatta per individuare zone omogenee suscettibili di quel riequilibrio socioeconomico che la Regione Piemonte auspicava nei suoi indirizzi programmatori con il duplice scopo di diffondere modelli di vita urbana sull'intero territorio e ridurre la polarizzazione intorno a Torino. Dal punto di vista teorico esse sono vicine ai bacini di vita, sia residenziali che lavorativi, intorno ad una città di medio-grande dimensione.
Da tale partizione sono derivati in primo luogo i Comprensori, quindi le Unità Locali di Servizio (poi Unità Socio-Sanitarie Locali), i Bacini di Trasporto, le Aree Programma, e molte altre partizioni funzionali regionali . In particolare i Comprensori sono stati l'espressione amministrativa delle Aree Ecologiche nonché lo strumento del decentramento e della programmazione delle nuove strutture regionali.

descrizione cartina

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Tipo di partizione: Studio
Data di creazione: 1966
Ultimo aggiornamento: 1967
Organismi competenti: IRES
Per saperne di più: IRES Linee per l'organizzazione del territorio della Regione IRES n. 19 1966; IRES Rapporto dell'IRES per il piano di sviluppo del Piemonte Torino 1967

La partizione ha come sbocco immediato l'organizzazione della Regione in Comprensori quali organi della programmazione territoriale. Lo studio metodologico sulla programmazione regionale partiva dalla constatazione della forte polarizzazione ed organizzazione gerarchica del territorio piemontese e si poneva l'obiettivo di individuare degli ambiti territoriali meglio rispondenti alla realtà socio-economica della regione. L'obiettivo era una riduzione dei processi di polarizzazione sulla città capitale (Torino) e il riequilibrio territoriale entro effettivi e riconosciuti bacini residenziali e di lavoro. Attraverso tale indirizzo si intendeva abbassare i costi sociali ed economici, diffondere modelli di vita urbana, rompere il tradizionale isolamento delle popolazioni rurali, ridurre i processi di polarizzazione verso la città centrale.
Le aree erano state definite attraverso una analisi socioeconomica quantitativa e qualitativa mirata a delimitare l'autocontenimento rispetto al lavoro e ai servizi commerciali e gli ambiti residenziali intorno ad un grande centro. L'analisi fu condotta avendo inoltre come riferimenti metodologici i modelli di polarizzazione e di interdipendenza settoriale.